Corriere.it – Iran: impiccata Reyhaneh Jabbari. Il mondo si era mobilitato per lei

La donna era stata condannata a morte nel 2009 per l’uccisione di un uomo che aveva tentato di stuprarla

di Redazione Online

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Alla fine la mobilitazione del mondo e gli appelli per fermare l’esecuzione non sono bastati. Reyhaneh Jabbari è stata impiccata. La giovane iraniana, condannata a morte nel 2009 per l’uccisione di un uomo che voleva stuprarla, è stata giustiziata a mezzanotte nel carcere di Teheran dove era rinchiusa, nonostante la campagna internazionale lanciata per salvarla. La notizia è stata confermata dalla madre della ragazza secondo quanto riferisce la Bbc. All’esecuzione erano presenti i genitori di Reyhaneh e il figlio della vittima che, secondo quanto riferito da fonti della famiglia della giovane, avrebbe tolto lo sgabello da sotto i piedi della ragazza.

Venerdì l’ultimo incontro con la madre
Prima dell’esecuzione Reyhaneh ha potuto incontrare per un’ora la madre, Sholeh Pakravan, che ha provato a lanciare un ultimo disperato appello per salvare la figlia. «Intervenite al più presto, non lasciatela morire – chiedeva la donna che poi però, con rassegnazione, aggiungeva : «Credo che questa sia proprio l’ultima volta che l’ho vista e abbracciata».

Impiccata dopo diversi rinvii
L’esecuzione di Reyhaneh era stata rinviata diverse volte, l’ultima il 30 settembre. Rinvii che avevano fatto sperare in un atto di clemenza da parte delle autorità iraniane. Sabato mattina la pagina Facebook aperta per cercare di salvare la vita a Reyhaneh ha pubblicato la scritta «Riposa in pace».

La storia
Reyhaneh era stata arrestata nel 2007, quando aveva 19 anni, per l’omicidio di Morteza Abdolali Sarbandi, ex dipendente del ministero dell’Intelligence di Teheran. La ragazza era stata condannata a morte dopo un processo viziato da irregolarità secondo quanto denunciato da Amnesty International. La ragazza ammise di aver accoltellato alle spalle l’uomo, ma per difendersi da un’aggressione sessuale. Il tribunale non tenne però conto delle sue parole e per Reyhaneh arrivò la condanna a morte. Il perdono della famiglia della vittima avrebbe salvato la ragazza, ma per farlo il figlio dell’uomo ucciso aveva chiesto che Reyhaneh negasse di aver subito un tentativo di stupro. Lei si è sempre rifiutata di farlo.

[Fonte: www.corriere.it]