Corriere della Sera – Stupri di guerra, il dramma al G8 – L’appello ai ministri di Angelina Jolie

di Guido Olimplo

Trentacinque milioni di dollari. È l’ammontare dell’assegno che i Grandi della Terra riuniti a Londra nel G8 hanno staccato per finanziare il programma che “rilancia la lotta allo stupro come arma di guerra. Soddisfatta l’attrice testimonial Onu Angelina Jolie.
Angelina Jolie: vince la giustizia Stupri di guerra, storica intesa al G8 Duro monito alla Nord Corea.
Nessun accordo sulle armi ai ribelli siriani.
Festa a Pyongyang. Il regime ha festeggiato il primo anniversario della «nomina» di Kim: «Mai nessuno come lui».
Embargo Parigi e Londra vogliono togliere l’embargo sulle armi, Berlino guida il fronte dei contrari.

WASHINGTON — In attesa dei fatti ci si affida alle parole. Costano poco, in più sono utili per nascondere i contrasti. E allora ecco una raffica di moniti spediti dai ministri del G8 alla Corea del Nord e segnali vaghi sulla Siria. Riuniti a Londra, i rappresentanti di Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Canada, Italia e Russia si sono occupati delle due crisi «caldo» — Corea e Siria — senza però trovare soluzioni concrete. Al regime di Pyongyang, i capi diplomazia hanno inviato un messaggio di condanna «nei termini più forti possibili». Una nota che si riferisce ai programmi nucleari e missilistici del Paese asiatico. Quindi il G8 ha esortato il leader Kim Jong-un a intraprendere colloqui «credibili» e a smetterla con la retorica bellica. Nel caso la Corea del Nord dovesse procedere a nuovi test — avvertono da Londra — verrebbero adottate «misure significative». Ossia, altre sanzioni. Gli avvertimenti sono scivolati però via come l’acqua, visto che a Pyongyang non fanno altro che parlare di guerra. Il regime ha festeggiato il primo anniversario della «nomina» di Kim, osannato come una divinità: «Mai nessuno come lui», hanno titolato i media locali. Poi il solito contorno di attività militare. Le molte intelligence che seguono le mosse del dittatore hanno segnalato due cose. Primo. Nella zona orientale di Wonsan un lanciatore di missile Musudan (raggio d’azione di oltre 3 mila chilometri) ha alzato la rampa e questo farebbe pensare ad un tiro imminente. Secondo. Nella regione meridionale di Hamgyeong i nordcoreani hanno spostato dentro e fuori dagli hangar altri ordigni. Forse — spiegano gli esperti — i militari vogliono confondere gli avversari sulle loro iniziative. Certamente Seul, Tokyo e Washington hanno messo in campo i loro mezzi migliori per studiare ciò che avviene nel Nord. Velivoli spia, gli immancabili satelliti e, da ieri, l’annunciato super radar galleggiante Sbx, un apparato schierato dal Pentagono e capace di seguire i missili. Un cordone di vigilanza per contenere le sortite di Kim. Da un dittatore asiatico al satrapo orientale. Il siriano Bashar Assad. Il G8 ha affrontato il conflitto in corso riconoscendo la propria impotenza davanti ad una crisi che lascia «atterriti» per vittime e danni. «Il mondo ha fallito», ha riconosciuto, con onestà, il ministro degli Esteri britannico William Hague. Del resto Mosca sta al fianco di Damasco mentre gli occidentali sono in favore, con varie gradazioni, della rivolta. La riunione, nella speranza di alcuni, doveva decidere eventuali aiuti militari ai ribelli siriani. Ma gli alleati, in apparenza, non hanno trovato l’intesa. E ognuno procederà secondo la propria agenda. Gli Usa aumenteranno l’assistenza anche se, ufficialmente, non manderanno armi. In realtà la Cia da tempo collabora con la Giordania e l’Arabia Saudita attraverso le quali sostiene una parte della resistenza. E possibile che a fine maggio il flusso di rifornimenti potrà crescere. Per quella data finirà l’embargo dell’Ue e questo permetterà a chi lo desidera (come Francia e Gran Bretagna) di muoversi più agilmente. In questo mare di dichiarazioni l’unico dato concreto viene dall’accordo che riconosce lo stupro come un crimine di guerra e una grave violazione della Convenzione di Ginevra. Il G8 ha staccato un assegno di 35 milioni di dollari per finanziare la lotta alle violenze sessuali durante i conflitti «Le voci delle vittime sono state finalmente ascoltate», ha affermato Angelina Jolie, presente al summit come testimonial Onu e protagonista di molte campagne in difesa dei più deboli.

Corriere della Sera – Stupri di guerra il dramma al G8
[File pdf - 418 Kb]