#8marzo. Sempre!

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L’augurio che mi sento oggi di rivolgere a tutte noi donne è quello di poter giungere a una piena inclusione politica, sociale ed economica. Nelle ultime competizioni elettorali politiche sette milioni di donne non hanno votato perché sfiduciate e desiderose di programmi politici più pertinenti alle questioni di genere. Quindi più inclusione politica e più rappresentanza politica delle donne nelle Istituzioni. Ma anche più inclusione lavorativa, considerato che l’occupazione femminile sfiora il 49 per cento, mentre al Sud è ferma al 32 per cento. Dati non esaltanti che in Europa ci pongono al penultimo posto davanti alla Grecia. Dobbiamo, quindi, favorire politiche di inclusione lavorativa, il che significa anche migliorare le condizioni lavorative, dando alle donne sia la possibilità di raggiungere posizioni apicali e sia un’equità dal punto di vista salariale e retributivo a parità di mansioni e di lavoro svolto. C’è poi il tema dell’inclusione sociale, che passa attraverso l’offerta di servizi e strumenti che favoriscano la conciliazione “vita -lavoro”, perché la maternità non è ancora garantita come una libera scelta. Ma inclusione sociale significa soprattutto rimuovere tutte quelle cause che generano violenze sulle donne, fino al triste fenomeno del femminicidio. Il bilancio, quindi, è in chiaroscuro. Da un lato molte sono le conquiste raggiunte, grazie ad un corpus normativo robusto, ma, dall’altro, non esiste ancora una parità sostanziale e sociale su cui si dovrà continuare a lavorare.

Isabella Rauti