L’Osservatore Romano – Io corro con il velo

In Turchia sì allo hijab per le atlete

ANKARA, ii. Via libera al velo per le atlete professioniste turche: lo ha deciso — riferiscono alcune agenzie di stampa citando come fonte il quotidiano «Hurriyet» — il ministero della Gioventù e dello Sport, abrogando le norme in vigore dal 1982 che vietavano alle sportive di indossare l’hijab e negavano il rilascio del tesserino ufficiale a chi non si lasciava fotografare senza velo. In base al nuovo regolamento adottato dal ministero, le donne musulmane potranno indossare l’hijab (che, com’è noto, copre capelli e collo lasciando visibile il volto) in qualsiasi disciplina sportiva e apparire con il capo coperto nella foto apposta sul tesserino. Questa decisione è solo l’ultima di una serie di provvedimenti del Governo presieduto da Recep Tayyip Erdogan tesi a ripristinare l’uso del velo islamico nei luoghi educativi e sportivi, abrogandone il divieto. Il 27 novembre scorso, durante una conferenza stampa, il primo ministro aveva ribadito il proprio parere favorevole alla libertà di indossare l’hijab nelle scuole islamiche (le cosiddette Imam Hatip) e nei corsi di insegnamento coranico all’interno degli istituti pubblici. «Permetteremo alle famiglie di vestire i loro figli come meglio credono e in funzione dei mezzi di ciascuno», ha dichiarato Erdogan, il quale, più volte, ha spiegato che in Turchia il dogma della laicità dello Stato (sancita dalla Costituzione) sta spingendo i giovani al relativismo religioso e morale, verso la secolarizzazione, mali da combattere anche attraverso una valorizzazione della tradizione musulmana. Una posizione che ha suscitato proteste e manifestazioni di piazza, anche davanti al Parlamento di Ankara, da parte di coloro che vedono negli indirizzi del Governo il tentativo di “islamizzare” nuovamente il Paese. Le tensioni sono forti soprattutto nelle università. Nonostante la Corte costituzionale abbia dichiarato anticostituzionale la legge del 7 febbraio 2008 — la quale ha tolto il divieto di indossare il velo all’interno degli atenei sottolineando, fra l’altro, che nessuno può essere privato del diritto all’insegnamento superiore — da un paio d’anni le studentesse turche sono libere di portare o no l’hijab in classe. Nell’ottobre 2010 il Consiglio dell’insegnamento superiore ha infatti inviato una circolare alle amministrazioni delle università raccomandando di non impedire l’accesso alle lezioni alle allieve che indossano il velo. Un insegnante che, mesi fa, ha prima fotografato e poi rifiutato l’ingresso nell’aula ad alcune studentesse è stato condannato a 2 anni di reclusione.

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