La Stampa – Bimba stuprata, New Delhi in rivolta

di Maria Grazia Coggiola

L’ENNESIMO ATTO DI VIOLENZA NELLA CAPITALE INDIANA SCATENA LA RABBIA DEGLI ABITANTI DEI QUARTIERI POVERI
La vittima, cinque anni, c grave. La folla circonda la sede della polizia
Il colpevole l’ha lasciata in una stanza pensando fosse morta. É detenuto in una località segreta

NEW DELHI Riesplode la rabbia a New Delhi per la brutale violenza sessuale su una bambina di 5 anni lasciata in fin di vita dopo due giorni di orrende sevizie di un vicino di casa- La metropoli, soprannominata la «capitale degli stupri», ha rivissuto come in un déjà-vu le proteste scoppiate a dicembre quando una studentessa di 23 anni è morta dopo le torture di un branco di violentatori su un autobus. Anche se, però, è mancata questa volta la partecipazione spontanea della «middle class» che ha poco in comune con la povera famiglia della vittima. Centinaia di dimostranti infuriati hanno marciato sul quartiere generale della polizia chiedendo le dimissioni del commissario. Hanno cercato di sfondare le transenne gialle, ma gli agenti sono riusciti a contenerli e a disperderli. Urlavano slogan contro il premier Manmohan Singh e contro la leader del partito di maggioranza, l’italo indiana Sonia Gandhi che è andata a trovare la bambina all’ospedale policlinico Aiims. Secondo l’ultimo bollettino medico di ieri sera, la piccola era fuori pericolo, ma avrà bisogno di diverse operazioni chirurgiche per ricostruire i genitali. Anche fuori dal nosocomio, che è uno dei più grandi dell’India, si è scatenata la protesta di gruppi femministi e di movimenti politici come quello dell’«Aam Admi» (uomo comune) a capo di una crociata contro il malaffare e gli scandali. La nuova barbarie, l’ultima di una lunga scia di violenze sessuali che non hanno risparmiato nemmeno le turiste straniere, ha messo il dito sulla piaga della corruzione dilagante della polizia. Dopo lo stupro shock di dicembre erano state prese delle misure per rendere più efficienti le forze dell’ordine. Qualche risultato si è visto, ma solo nella parte più benestante della capitale. La bimba appartiene al quartiere di Gandhi Nagar, un agglomerato di 350 mila persone e immenso laboratorio tessile (spesso con lavoro minorile) dove è oggettivamente difficile mantenere un livello minimo di legalità. Negli ultimi tre mesi a New Delhi sono scomparsi 617 bambini e in pochissimi casi sono ritrovati dalla polizia. Quando però si accendono i riflettori delle televisioni come in questi giorni per la bambina di Gandhi Nagar, allora c’è la massima attenzione. Lo dimostra per esempio l’arresto in tempi record di un uomo di 25 anni di nome Manoj Kumar, considerato lo stupratore, che aveva affittato un sottoscala nello stesso stabile dove abitava la bambina. Il giovane, un manovale, è stato catturato in casa di parenti in un villaggio del Bihar. Agli investigatori ha detto di aver chiuso la piccola a chiave nella sua camera e di essere fuggito dalla capitale credendo che fosse morta. Un particolare che rende ancora più agghiacciante il suo crimine. L’uomo è stato portato ieri sera a New Delhi e detenuto in una località segreta per paura che sia linciato. Per evitare disordini, da ieri le autorità della capitale hanno vietato assembramenti in diversi punti, tra cui l’«India Gate», il monumento ai Caduti, diventato il luogo simbolo della rivolta a dicembre. Per oggi, giornata festiva, sono già previsti diversi cortei di solidarietà e fiaccolate.

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