Io Donna – Intanto l’Iran chiude le porte alle matricole rosa

di Francesco Battistini

Le studentesse sono troppe, e brave. Meglio tenerle in casa

STUDENTI IN POSA
Ha iniziato nel 2004 nell’Inghilterra nord orientale. Da allora, Julian Germain non ha smesso di fotografare gli studenti nelle loro aule, in tutti i continenti. E i ragazzi, disciplinati, si sono messi in posa. Ora quel lavoro (dal quale sono tratte le immagini del servizio) è diventato un libro, Classroom portraits (Prestel, 208 pagg, con 110 foto a colori).

GIRLS ARE LIKE apple on trees, le ragazze sono come le mele sugli alberi. Lo diceva Shakespeare: le migliori sono sulla cima, ma gli uomini non vogliono arrivarci, per paura di cadere. Che vertigini devono avere i pii ometti dell’Iran, allora, quando s’arrampicano nel loro frutteto: i religiosi ce l’hanno fatta e quelle mele marce delle loro ragazze, i versi del Poeta, non li potranno studiare più. Incubo d’un giorno di mezza estate, ordine del ministero dell’Educazione: d’ora in poi, Letteratura inglese e altri 76 corsi di laurea saranno riservati solo agli uomini. Le donne, sciò. Leggere Shakespeare a Teheran? Vietato. Iscriversi a Fisica nucleare? Giammai. E poi: proibite Ie Scienze turistiche e l’Economia d’impresa, l’Archeologia e le Scienze informatiche… L’ateneo di Isfahan chiuderà tutte le facoltà alle femmine. E all’Oli Industry University, che da sempre rifornisce il Paese del sapere più ambito (quello petrolifero), nemmeno li le donne potranno mai più mettere piede. Lauree non facili. Anzi, impossibili. Il numero chiusissimo riguarda 36 università ed è una vittoria degli ultraconservatori, angosciati dalle cifre: l’Iran ha la più alta percentuale al mondo di studentesse e il 68% dei laureati sono ragazze. Troppo brave. E dunque da stoppare. O con sane bastonate, com’è accaduto all’università Azad. O adducendo pelose ragioni sociali: “Lo sbilanciamento” è pericoloso, si lamentano i religiosi, perché tante donne laureate fan calare matrimoni e natalità e comunque, in un mercato del lavoro che preferirà sempre il maschio babbeo alla signora brillante, alla fine restano disoccupate. «TUTTE SCUSE», protesta Shirin Ebadi, l’iraniana premio Nobel. »Vogliono riportare le donne in casa per un motivo: non tollerano la loro presenza nell’arena politica». E il divieto, altro che matrimoni in calo, ha ilvolto esanime di Neda Saleh, uccisa nei cortei del 2009, e di migliaia di studentesse che hanno sfidato il regime. La battaglia per il velo è persa, dicono le matricole rosa di Teheran, quella per la toga no: hanno scosso l’albero, ma le mele più alte non vogliono cadere.

SUONA LA CAMPANELLA
Stati Uniti, scuola superiore Dai 2009 persi 300.000 posti di lavoro a scuola. Eppure, per Obama “gli Stati Uniti dovrebbero fare dell’istruzione una priorità”. Spesa pubblica per istruzione 5,5 del Pil. Per i test Ocse-Pisa i quindicenni sono al 25° posto nel mondo in matematica e al 21° in scienze. In quarta elementare. uno su 3 è sotto la sufficienza nel test di lettura nazionale. Ogni anno più di 1.200.000 studenti lasciano la scuola. Solo il 70 per cento arriva al diploma. [di Cristina Lacava]

Io Donna – Intanto l’Iran chiude le porte alle matricole rosa
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