Corriere della Sera – Cosa c’è nella mente degli uomini violenti. Si sentono giudici

di Anna Meldolesi

Femminicidi
Uno studio di neuroscienze che fa molto discutere

Anormali
In «Anatomia della violenza» si legge: «Chi abusa della propria compagna non è una persona normale»

Cosa passava e passa per la testa del giovane assassino di Fabiana Luzzi, al momento, non lo sa nessuno. Le indiscrezioni parlano di una relazione interrotta e ripresa, di un approccio sessuale respinto, di gelosia, di scarsi segni di pentimento. Se saranno confermate, allora l’efferato caso di Corigliano Calabro presenta alcuni degli indicatori classici dei casi di femminicidio. Dire che si tratta di una tragedia annunciata sarebbe troppo, nessuno è in grado di prevedere se una serie di comportamenti intimidatori e di abusi sfoceranno in assassinio. Ma le ricerche pubblicate nell’ultimo decennio su questo tipo di delitti si contano a decine e alcuni indizi ci sono. La gelosia, innanzitutto, che non va intesa nel senso comune del termine. È il senso di possesso che trasforma l’altra in oggetto, l’attenzione ossessiva al comportamento della partner, il tentativo di limitarne le interazioni sociali. Si possono usare lenti interpretative diverse — femminista, sociologica, psicologica — ma i dati indicano la volontà di affermare il proprio ordine morale e punire presunte trasgressioni. A volte la violenza tutela l’autostima di chi la mette in pratica o comunque serve a preservare il suo mondo deviante. Il partner violento si erge a giudice e gendarme, responsabile dell’applicazione delle leggi che lui stesso ha stabilito su come debba o non debba comportarsi la partner. Una buona fidanzata non ti lascia, non si nega ai rapporti sessuali, non ti fa sentire inadeguato, non esce da sola, sa stare al suo posto. Se non lo capisce e si comporta da ingrata, è sua la colpa. In fondo fino a qualche decennio fa era considerato quasi normale picchiare la moglie. Volontà di controllo, dunque, ma anche una relazione conflittuale, una recente separazione, una storia di violenze pregresse nei confronti della stessa donna odi altre, problemi mentali dell’aggressore: sono questi gli indicatori che vengono valutati abitualmente dagli studiosi. Tutti utili, anche se nessuno ha valore predittivo preso singolarmente. In un controverso libro da poco uscito in America, Adrian Raine riferisce uno dei pochi studi di neuroscienze compiuti su uomini che avevano picchiato le proprie compagne. II campione è piccolo (23 individui), ma suggerisce un eccesso di reazione di fronte a quelle che il soggetto considera provocazioni e una scarsa capacità di trattenere questa aggressività. «Chi abusa della propria compagna è diverso dagli uomini normali», si legge in The Anatomy of Violence. Ma questa non può suonare come un’assoluzione. Sono le nozioni distorte su ciò che costituisce la normalità di un rapporto, sui diritti che spettano all’uomo e sui doveri che si impongono alla donna, che spesso impediscono al carnefice di provare pietà per la vittima. Lo confermano i faldoni con le relazioni degli psicologi che hanno seguito 104 detenuti per femminicidio in Gran Bretagna: testimonianze di uomini che dividono il mondo femminile in principesse e puttane, che stracciano i vestiti della propria donna per impedirle di uscire, che pretendono test di paternità per provare adulteri mai commessi. Cosa si deve fare è noto. Lo conferma al Corriere Rebecca Dobash, autrice dello studio britannico: «Proteggere le vittime di abusi, sottoporre a terapie cognitivo-comportamentali i loro aggressori, intervenire sull’educazione e sulla cultura popolare per scoraggiare la violenza di genere».

La scheda
Le Mulo The Anatomy of Volente è uno studio che contiene le relazioni di psicologi che hanno seguito e analizzato 104 detenuti per reati connessi al femminicidio in Gran Bretagna
L’aratake Rebecca Dobash insegna nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Manchester, in Gran Bretagna, ed è autrice di altri saggi che riguardano la violenza sulle donne

Corriere della Sera – Cosa c’e’ nella mente degli uomini violenti Si sentono giudici
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