notizieinunclick.it – Isabella Rauti (FdI) , Nella giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili

Nella giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili non si può rimanere in silenzio. E mentre il nodo dell’ integrazione resta al centro del dibattito politico, è giusto sottolineare che l’integrazione deve avvenire nelle forme e nel rispetto delle nostre leggi e in Italia una normativa vieta le mutilazioni genitali femminili. Secondo una recente ricerca di ActionAid ci sono in Italia tra 60 e 80 mila donne che hanno subito le mutilazioni genitali. Una pratica aberrante che fa parte del diritto consuetudinario e di certe tradizioni ma che lascia segni indelebili nei corpi e nelle menti delle bambine e delle ragazze che la subiscono. Oggi il Parlamento Europeo discuterà una risoluzione per chiedere ai Paesi membri delle misure di prevenzione in tema di sanità e tra queste, una è dedicata a tale pratica che, in Europa investe ben 550 mila donne di nazionalità in gran parte egiziana o nigeriana. Come donna e come esponente politico e sulla base dell’esperienza fatta come Capo Dipartimento Pari Opportunita della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è mio sentito dovere ripetere BASTA, davanti ad una simile pratica, retaggio di una cultura tribale che offende il Corpo delle donne, inibisce la loro sessualità e condiziona la loro psicologia.
Lo afferma Isabella Rauti, candidata al Senato per Fratelli d’Italia.

[Fonte: www.notizieinunclick.it]

ruvolive.it – La ruvese Perla Di Gioia in prima linea contro la violenza di genere

La giovane psicologa e ricercatrice della École universitaire internationale presenterà oggi in anteprima a Roma uno studio sulla droga dello stupro selezionato per un congresso mondiale a Chicago

Sarà aperto dal vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri il convegno che si terrà questo pomeriggio dalle 15 alle 19 a palazzo Ferrajoli a Roma, dedicato alla Droga dello stupro e organizzato dalla École universitaire internationale.
Con questa denominazione si fa riferimento a tutte quelle sostanze che vengono somministrate a una persona inconsapevole, in particolare acidi inodore, insapore e incolore che vengono soluti in liquidi (cocktail, ma anche bevande non alcoliche) e hanno come terribile effetto quello di lasciare la vittima priva di ricordi su quanto è successo (amnesia) e allo stesso tempo di attivare sessualmente il suo corpo, che non risulta inerme, ma quasi partecipe nel compimento della violenza sessuale, ovviamente in maniera non consapevole. …Continua a leggere >>

La Notizia Giornale.it – Vendesi verginità, pure le donne sbagliano

LaNotizia17012018

18 anni… ed un vuoto a perdere! Una studentessa e modella italiana appena maggiorenne, da due anni lavora a questo progetto: vendersi. Vendere la sua verginità, la sua prima volta; e vuole farlo all’asta , al migliore offerente insomma. E non è una Fake news come vorremmo pensare. Lei stessa, infatti, ha raccontato al famoso tabloid inglese “The Sun” la sua misera e studiata storia: “Ho deciso che la mia verginità era preziosa quando avevo 16 anni”, ha sostenuto e, “Volevo una buona istruzione quindi ho cominciato a guardare il web in cerca di modi per finanziare i miei studi e ho trovato una serie di pubblicità di aste ed ho scoperto che c’erano ragazze che si erano vendute per 3,5 milioni di euro, quindi ho deciso che avrei fatto lo stesso a 18 anni”.

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AirPress – Lo stupro come arma di guerra

Airpress_85-1Lo stupro è un’arma di guerra. Lo è stato storicamente e continua ad esserlo nei conflitti post-moderni. Le donne come bottino, dal Ratto delle Sabine alle “marocchinate” della Ciociaria, dagli stupri in Sudan, in Sierra Leone, in Ruanda, in Liberia, in Congo e in Bosnia Erzegovina; dalle studentesse nigeriane rapite da Boko Haram alle vittime dell’Isis. E altro ancora. Oggi come sempre, da secoli. Un mondo che attraversa il mondo, una storia infinita che attraversa il tempo. Il lato nascosto della guerra e uno dei più grandi silenzi della storia. Un buco nero! La differenza oggi è che il nodo “donne e conflitti armati” non è “un affare di donne” ma una questione definitivamente inserita nelle politiche di sicurezza umana, con un forte impatto anche sul diritto internazionale, sull’emancipazione femminile e sulle missioni di pace.

La Risoluzione ONU 1325\2000 su “Donne, Pace e Sicurezza”, considerata la “madre” delle Risoluzioni successive e correlate, è la prima di questo Organismo ad affrontare esplicitamente l’impatto della guerra sulle donne ma anche il ruolo femminile nella risoluzione dei conflitti: donne non solo vittime ma costruttrici di pace.

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