Vania e Rosaria, storie diverse e lontane, ma un comune destino di morte per mano di un uomo, amato e respinto

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Oggi sono state uccise altre due donne da chi diceva di amarle. Vania e Rosaria, storie diverse e lontane, ma un comune destino di morte per mano di un uomo, amato e respinto.
Dall’inizio dell’anno sono 60 le vittime di femminicidio; 128 nel 2015 con una media di una donna ogni due giorni e mezzo. Tra il 2005 e il 2015 sono 1740 le donne uccise dagli uomini ed è solo una stima. E soprattutto non sono numeri ma persone, vite spezzate, figli a cui viene tolta la madre, orfani di femminicidio, e spesso sono i loro padri gli assassini delle loro madri.
Gli ultimi interventi legislativi hanno introdotto importanti aggravanti di pena ma non basta! Condividiamo la proposta di introdurre nei delitti l’aggravante di genere e invocare l’ergastolo per gli autori dell’omicidio. Nella consapevolezza che le leggi sono necessarie per prevenire e punire ma non sono sufficienti per sradicare un fenomeno strutturale come la violenza di genere , che richiede nuove forme educative ed una rivoluzione culturale che passa attraverso il rispetto delle differenze e l’educazione ai sentimenti. È insopportabile la sensazione che la società si rassegni a questo bollettino di guerra e “metabolizzi” questo orrore come fosse una disfunzione delle relazioni intime e sentimentali.

Isabella Rauti